INFORMAZIONI SU GIULIO CAPONI

Giulio Caponi, eclettico artista ideatore e creatore di tappeti, che come un libro aperto, raccontano frammenti di vita o sono ricamati con versi di poesie e contribuiscono ad arredare gli spazi in modo originale e colorato.
Riferendosi alla sua produzione l’artista ama parlare dei tappeti come “poesia visiva”.

Giulio Caponi, classe 1960, è originario di Brescia, dove attualmente vive e lavora.
Ha un passato di viaggiatore e inviato di testate giornalistiche come Panorama e La Nazione. Ha affiancato lo studio di lingue orientali alla pubblicazione di libri di poesia. Nei primi anni Novanta si trova a Barcellona per seguire giornalisticamente i Giochi Olimpici. Lì incontra Dominique, che lavora nell’ambiente della moda e che sarebbe diventata sua moglie. Con lei condivide viaggi ed esperienze, in un crescendo di sollecitazioni visive e professionali. In quegli anni decide di assecondare la richiesta di un architetto in cerca di una soluzione non convenzionale per coprire un pavimento. Caponi gli offre la soluzione e nasce così la prima moquette ricamata.

Una trasformazione radicale e non cercata, una inconscia maturazione artistica, la necessità di esprimere un segno forte, come scrive l’artista: “quando ricamo i miei versi sulla schiena del tappeto ho l’impressione che l’ago si trasformi in un microscopio: ogni punto appare come l’ingrandimento di una frazione sonora che forma una vocale o una consonante. Il tappeto è un enorme vetrino su cui ho scrutato il posarsi del pensiero”.

Dopo ver vissuto a Parigi, l’artista ritorna a Brescia dove avvia una produzione di tappeti e arazzi. L’esecuzione è faticosa, lenta e impegnativa e non potrebbe essere diversamente. I tempi di realizzazione variano a seconda delle dimensioni del manufatto, del materiale che lo costituisce e della tipologia del ricamo. Più rapidi da realizzare i tappeti in feltro, più impegnativi gli arazzi ricamati a punto croce.

Mediamente, nascono 20 tappeti l’anno, destinati prevalentemente a una committenza privata, a negozi e a hotel.

Nelle opere di Caponi, sembianze fitomorfe e zoomorfe si alternano ai versi delle sue poesie attraverso l’utilizzo di materiali raffinati e tecniche di alto artigianato, che evocano contemporaneamente, “un senso di nostalgia e di assoluta modernità”.

Una particolarità che contraddistingue il modus operandi di Giulio Caponi è la preparazione di progetti ad acquarello, che riproducono in miniatura quello che sarà il tappeto finale e che sono già di per sé piccole opere d’arte, pronte per essere esposte in mostra.

( Intervista di Paola Govoni pubblicata su Textures -art and textile giugno 2024 )

Nonostante il successo, la produzione è rimasta limitata. Non potrebbe essere diversamente, Giulio Caponi è l’esecutore.

Fra gli altri, Tappeti Contemporanei a Milano, Galerie En Attendant les Barbares a Parigi, Aspectos a Barcellona, Art to use a Francoforte, rappresentano una sorta di consacrazione da parte dei più prestigiosi operatori del settore dell’opera quali sono i tappeti di Giulio Caponi.

Non a caso Nunzio Crisa per Hali, Elle Decor, Casa Vogue, Vogue, Interni, AD, e altre prestigiose riviste estere ( Giappone compreso ) gli hanno riservato pubblicazioni.

Collaborazioni con Antonio Citterio, Moschino, Yo Ann Tann, Cristina Morosi, Teresa Ginori Conti, Roberto Gerosa
a cui si affiancano, negli anni, numerose partecipazioni al Fuori Salone ( spazio Eclettica, Tappeti contemporanei - il Nomade Urbano -, 
Mostra a Palazzo Borromeo, su invito dell’azienda Malo, con Alda Merini ) e Pitti Living, rappresentano ulteriori attestati della rilevanza dell’opera dell’Artista.

Infine, dal punto di vista strettamente commerciale, è opportuno evidenziare che i tappeti, acquistati da artisti,
sportivi, stilisti, attori e cantanti, sono stati richiesti da Sky per la realizzazione
degli uffici Sky TV di Milano e per la Casa di Barbie e Ken in occasione del 50° anniversario.

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